Lo stress da lavoro correlato (in inglese “burnout”) è una realtà sempre più preoccupante in Italia, con conseguenze che vanno ben oltre la semplice stanchezza. Questa sindrome, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), incide pesantemente sulla salute mentale dei lavoratori, alterandone l’equilibrio psicologico e il benessere complessivo.
Ma c’è di più: recenti studi indicano una correlazione tra lo stress cronico sul lavoro e l’insorgenza di comportamenti compulsivi, come la dipendenza da gioco d’azzardo. In che modo il burnout può aumentare il rischio di sviluppare dipendenze comportamentali? E perché il gioco d’azzardo sembra essere una valvola di sfogo per molti lavoratori italiani?
Il burnout lavorativo è un fenomeno in crescita in Italia – Il 76% dei lavoratori italiani ha sperimentato almeno un sintomo di burnout, con un’incidenza particolarmente alta nei settori ad alto tasso di stress come finanza, sanità e tecnologia.
Il burnout può favorire la dipendenza da gioco d’azzardo – Lo stress cronico spinge molte persone a cercare una via di fuga, e il gioco d’azzardo può rappresentare un’illusione di controllo e un sollievo temporaneo, aumentando il rischio di dipendenza.
L’impatto economico e sociale è enorme – Il burnout e la dipendenza da gioco d’azzardo gravano sul Servizio Sanitario Nazionale, sulle aziende (calo di produttività, assenze, turnover) e sulle istituzioni, che faticano a contenere il fenomeno con normative adeguate.
Il ruolo cruciale della gestione aziendale – Il 67% dei lavoratori vorrebbe che i propri manager si occupassero regolarmente del loro benessere. Creare un ambiente sicuro, incentivare il dialogo e offrire supporto psicologico sono strategie fondamentali per la prevenzione.
È necessario un intervento su più livelli – Servono strategie individuali (gestione dello stress con mindfulness e attività fisica), aziendali (programmi di supporto psicologico) e istituzionali (regolamentazione del gioco d’azzardo e sensibilizzazione sul burnout) per spezzare questo circolo vizioso.
Secondo l’OMS, il burnout è una sindrome derivante da stress lavorativo cronico non gestito con successo. Si manifesta con tre sintomi principali: esaurimento emotivo, cinismo o distacco mentale dal lavoro e ridotta efficacia professionale.
I numeri in Italia sono allarmanti: un’indagine del 2023 ha rilevato che il 76% dei lavoratori italiani ha sperimentato almeno un sintomo di burnout, mentre il 13% lo ha vissuto in modo intenso e debilitante. A essere più colpiti sono i lavoratori d’ufficio e quelli impiegati nei settori ad alto tasso di stress, come finanza, sanità e tecnologia dell’informazione.
Ecco la percentuale di richieste di supporto ricevute da Unobravo legate allo stress da lavoro correlato. Al primo posto troviamo la Lombardia con il 27%. Seguono Lazio ed Emilia-Romagna, mentre il quarto posto in classifica è diviso tra Veneto e Piemonte.
Incorpora questo grafico nel tuo sito:
<div class=”flourish-embed flourish-map” data-src=”visualisation/21784192″><script src=”https://public.flourish.studio/resources/embed.js”></script><noscript><img src=”https://public.flourish.studio/visualisation/21784192/thumbnail” width=”100%” alt=”map visualization” /></noscript></div>
Tra il 2023 e il 2024 sono state 11 le regioni che hanno superato del 100% i casi di Burnout ma le altre hanno comunque avuto un aumento che va dall’80 al 90%.
Piemonte: + 146.7%
Sicilia: + 145.8%
Campania: + 141.7%
Abruzzo: + 140.9%
Trentino-Alto Adige: + 140.5%
Toscana: + 135.5%
Calabria: + 134.2%
Molise: + 122.2%
Lazio: + 105.5%
Puglia: + 100.7%
Veneto: + 100.3%
A livello regionale, le top 3 sono Roma, Milano e Torino.
Incorpora questo grafico nel tuo sito:
<div class=”flourish-embed flourish-chart” data-src=”visualisation/21724460″><script src=”https://public.flourish.studio/resources/embed.js”></script><noscript><img src=”https://public.flourish.studio/visualisation/21724460/thumbnail” width=”100%” alt=”chart visualization” /></noscript></div>
Secondo i dati analizzati, la maggior parte delle richieste di supporto psicologico proviene da individui nelle fasi iniziali della loro carriera professionale: il 62,9% dei richiedenti ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, mentre il 22,8% rientra nella fascia 35-44 anni. Le segnalazioni risultano meno frequenti tra i più giovani (18-24 anni) e tra gli over 45, ma ciò non implica che il fenomeno sia assente. È importante considerare che la Generazione Z adotta un approccio al lavoro profondamente diverso e studi recenti evidenziano una minore capacità di gestione dello stress. Al contrario, i lavoratori con più esperienza potrebbero aver interiorizzato lo stress come una condizione normale, affrontandolo con rassegnazione anziché ricorrere a un aiuto specialistico.
Incorpora questo grafico nel tuo sito:
<div class=”flourish-embed flourish-pictogram” data-src=”visualisation/21724518″><script src=”https://public.flourish.studio/resources/embed.js”></script><noscript><img src=”https://public.flourish.studio/visualisation/21724518/thumbnail” width=”100%” alt=”pictogram visualization” /></noscript></div>
Il burnout lavorativo è particolarmente diffuso in alcuni settori in Italia, a causa di carichi di lavoro eccessivi, stress emotivo, turni irregolari e pressioni aziendali. Ecco i 5 settori più colpiti:
1. Sanità e Settore Socio-Sanitario
2. Insegnamento ed Educazione
3. Servizi di Assistenza Clienti e Call Center
4. Settore Bancario e Finanziario
5. Settore Tech e Informatica
Altri settori a rischio → Ristorazione, GDO (supermercati), Logistica, Giornalismo.
Le 5 cause principali del burnout negli ambienti di lavoro sono:
1. Carico di lavoro eccessivo
2. Mancanza di controllo e autonomia
3. Ambiente di lavoro tossico
4. Sbilanciamento tra vita privata e lavoro
5. Mancanza di senso e motivazione
Il burnout crea una vulnerabilità psicologica che può spingere verso meccanismi di evasione. Per molti lavoratori stressati, il gioco d’azzardo offre un’illusione di controllo e una temporanea distrazione dalle pressioni lavorative.
Secondo le ricerche, lo stress cronico altera il sistema di ricompensa cerebrale, rendendo le persone più propense a cercare gratificazioni immediate, come quelle offerte dalle scommesse, dalle slot machine o dal gioco online. Il fenomeno è preoccupante: nel 2022, la spesa per il gioco d’azzardo in Italia ha raggiunto i 136 miliardi di euro, con un aumento del 22,3% rispetto all’anno precedente. Il 2023 invece ha visto la cifra record di 150 miliardi spesi dagli italiani, un trend che continua a salire.
Incorpora questo grafico nel tuo sito:
<div class=”flourish-embed flourish-chart” data-src=”visualisation/21741337″><script src=”https://public.flourish.studio/resources/embed.js”></script><noscript><img src=”https://public.flourish.studio/visualisation/21741337/thumbnail” width=”100%” alt=”chart visualization” /></noscript></div>
Psicologi del lavoro e psicoterapeuti evidenziano come il burnout possa fungere da catalizzatore per comportamenti di dipendenza. “Una crisi silenziosa” è la definizione che viene data allo stress da lavoro correlato da Paolo Carnovale, Country Manager di GoodHabitz, un’azienda che fa formazione aziendale sulla crescita dei dipendenti.
“Che il burnout possa divenire il motivo scatenante di una dipendenza è quasi inevitabile”. Lo dice l’istituto specializzato nelle dipendenze Centro San Nicola, impegnato da oltre 12 anni nell’affrontare vari tipi di dipendenze, tra le quali la Ludopatia, offrendo un programma terapeutico che ha aiutato moltissime persone, anche all’estero.
Se ti senti costantemente esausto, demotivato e distaccato dal tuo lavoro, potresti essere a rischio di burnout. Ma come esserne certi? Un modo efficace per capirlo è rispondere a un questionario specifico che ti aiuti a valutare il tuo livello di stress lavorativo. La dr.ssa Lorena Ferrero (Psicologa iscritta all’albo dal 1999) ha messo a disposizione un questionario online che può fornire un primo orientamento sulla tua condizione.
Se avverti segnali di burnout, è fondamentale rivolgersi a un esperto. Uno psicologo o uno specialista del benessere lavorativo può aiutarti a comprendere meglio la tua situazione, fornendo strumenti concreti per recuperare equilibrio e serenità. Non ignorare i segnali: la tua salute mentale merita attenzione.
Le ripercussioni di questo pericoloso binomio si manifestano su diversi livelli, incidendo profondamente sul sistema sanitario, sulle aziende e sulle politiche pubbliche. Il Servizio Sanitario Nazionale si trova a dover affrontare un peso crescente, destinando risorse significative al trattamento del burnout e delle dipendenze, sia in termini di cure mediche che di supporto psicologico. Sul fronte aziendale, il burnout comporta una drastica riduzione della produttività, un aumento delle assenze e un turnover del personale più elevato, con conseguenti perdite economiche rilevanti per le imprese. A livello istituzionale, nel 2015 il Ministero della Salute ha istituito l’Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d’azzardo e della dipendenza grave, ma le misure adottate finora si rivelano insufficienti a contenere efficacemente il fenomeno, rendendo necessario un intervento più incisivo.
Affrontare il problema del burnout e della dipendenza da gioco d’azzardo richiede interventi su più livelli. A livello individuale, l’adozione di strategie di gestione dello stress, come la mindfulness e l’attività fisica, può aiutare a prevenire l’esaurimento psicofisico. Sul piano aziendale, è fondamentale che le imprese implementino programmi di supporto psicologico e promuovano ambienti di lavoro più sani, riducendo le cause dello stress cronico. Parallelamente, le istituzioni devono intervenire con maggiore incisività, rafforzando le normative sul gioco d’azzardo e avviando campagne di sensibilizzazione per tutelare la salute mentale dei lavoratori.
Emerge inoltre che uno degli aspetti fondamentali su cui lavorare nella formazione dei manager è l’ascolto. Secondo recenti dati, il 67% dei dipendenti desidera che i propri superiori si occupino regolarmente del loro benessere. Gijs Coppens, psicologo sanitario e fondatore delle piattaforme di psicologia OpenUp & iPractice, fornisce alcune linee guida pratiche per promuovere una cultura del supporto sul posto di lavoro: «Creare un ambiente sicuro e solidale in cui la vulnerabilità e l’onestà siano accettate e incoraggiate è fondamentale per stimolare una cultura del benessere. I leader dovrebbero dare il giusto esempio condividendo le proprie esperienze e il modo in cui hanno superato le sfide, ma anche incoraggiare conversazioni significative. In particolare, potrebbero trovare il tempo, durante le riunioni, di ascoltare realmente i collaboratori, porre le domande giuste e dare loro lo spazio di cui hanno bisogno per esprimersi».
Senza un’azione concreta e coordinata, il burnout e la dipendenza da gioco continueranno a mietere vittime silenziose tra i lavoratori italiani. È tempo di spezzare questo circolo vizioso