Sono una madre di tre figli in età infantile e, come tanti genitori, mi trovo ogni giorno a confrontarmi con la realtà di un mondo sempre più digitale. Mi chiedo spesso se sto facendo abbastanza per proteggerli dai rischi che si nascondono dietro a quegli schermi che sembrano tanto innocui. L’età media di accesso agli smartphone è in costante calo e, secondo studi recenti, molti bambini iniziano a utilizzare dispositivi digitali prima dei 3 anni.
Questo fenomeno mi preoccupa profondamente, perché l’esposizione precoce agli stimoli digitali può alterare i meccanismi della gratificazione e aprire la strada a future dipendenze, compresa la ludopatia. L’obiettivo di questo articolo è informare altri genitori come me sui pericoli nascosti dell’uso precoce degli smartphone e delle piattaforme digitali.
Come madre, vedo ogni giorno bambini sempre più piccoli interagire con gli smartphone con una disinvoltura impressionante.
Secondo il rapporto di Save the Children, il 43% dei bambini tra i 6 e i 10 anni nel Sud Italia e nelle isole utilizza il cellulare quotidianamente, una percentuale che è quasi raddoppiata dopo la pandemia. A livello nazionale, il 78,3% dei bambini tra gli 11 e i 13 anni naviga in internet ogni giorno, prevalentemente dallo smartphone. Questa esposizione precoce pone interrogativi sullo sviluppo cognitivo ed emotivo dei più piccoli. Studi neurologici dimostrano che l’iperstimolazione degli schermi può alterare il sistema di gratificazione, ridurre la capacità di attenzione e favorire la ricerca compulsiva di stimoli, creando le basi per future dipendenze comportamentali. Nonostante la diffusione della tecnologia, l’Italia si posiziona quart’ultima in Europa per competenze digitali tra i giovani, evidenziando un divario tra l’uso massiccio degli smartphone e una reale alfabetizzazione digitale.
Questi dati mi allarmano e spesso anche io mi ritrovo a dover negoziare con i miei figli per farli staccare dallo schermo e mi chiedo quanto questa abitudine possa incidere sulla loro crescita emotiva e cognitiva.
Quando mia figlia più grande ha iniziato a chiedermi soldi per acquistare contenuti extra nei videogiochi, ho capito quanto sia facile cadere nel meccanismo della dipendenza digitale. Il cosiddetto “circuito della ricompensa” è il meccanismo neurologico che regola il piacere e la motivazione, spingendo il cervello a ripetere comportamenti gratificanti. Nei bambini, ancora privi di un pieno sviluppo della corteccia prefrontale – responsabile dell’autocontrollo e della gestione degli impulsi – l’abitudine alla gratificazione immediata può avere conseguenze pericolose. Le notifiche dei social, le ricompense nei videogiochi e le meccaniche di scommessa come le loot box e le microtransazioni sfruttano proprio questo sistema, creando una progressione dalla semplice interazione digitale alla dipendenza comportamentale.
L’iperstimolazione costante che deriva dall’uso eccessivo di dispositivi digitali riduce la capacità di attenzione e aumenta l’impulsività, fattori che predispongono i bambini a comportamenti compulsivi. I videogiochi moderni, spesso costruiti con logiche di randomizzazione delle ricompense, spingono i più giovani a investire tempo e denaro in meccaniche simili al gioco d’azzardo. Studi recenti hanno dimostrato che il confine tra gaming e gambling è sempre più labile: molte piattaforme di gioco adottano sistemi di ricompensa che imitano il funzionamento delle slot machine, insegnando ai bambini a scommettere prima ancora di essere esposti ai veri casinò online.
Il rischio di sviluppare una dipendenza da gioco d’azzardo è particolarmente elevato nei soggetti che iniziano fin da piccoli a cercare gratificazioni digitali rapide e costanti. L’ospedale pediatrico Bambino Gesù sottolinea come l’uso precoce e incontrollato degli smartphone sia associato a:
Sono tutti fattori che aumentano il rischio di sviluppare comportamenti dipendenti. Per questo, molti esperti consigliano di non regalare uno smartphone prima dei 12 anni, periodo in cui la corteccia prefrontale inizia il suo sviluppo e i bambini acquisiscono una maggiore consapevolezza delle conseguenze delle loro azioni.
Noi genitori dobbiamo essere consapevoli di questi pericoli e vigilare su ciò che i nostri figli stanno vivendo nel mondo digitale.
L’aumento della ludopatia tra i giovani è un fenomeno sempre più preoccupante in Italia. Secondo gli ultimi dati, il 94% dei minori tra gli 8 e i 16 anni utilizza uno smartphone, mentre il 70% dei bambini tra gli 8 e i 10 anni è già attivo su social e piattaforme di streaming. Questa esposizione precoce alla tecnologia modifica profondamente i meccanismi cerebrali della gratificazione e può rendere i più giovani particolarmente vulnerabili a forme di dipendenza, incluso il gioco d’azzardo.
Senza una regolamentazione efficace e un’adeguata educazione digitale, il numero di giovani adulti dipendenti dal gioco d’azzardo rischia di crescere in modo esponenziale nei prossimi anni, trasformando quella che oggi sembra una semplice abitudine in una vera e propria emergenza sociale.
Questa è la fotografia dei minori tra gli 8 e i 16 anni emersa dallo studio promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in collaborazione con l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica. Lo studio, pubblicato il 15 febbraio 2024, ha analizzato il comportamento digitale dei giovani, evidenziando rischi, opportunità e impatti dell’iperconnessione sui più piccoli.
Per contrastare questo fenomeno, è fondamentale che noi genitori adottiamo strategie efficaci:
Queste strategie, per quanto semplici, richiedono impegno e costanza. Come genitori, non possiamo cedere alla tentazione di usare gli schermi come “baby-sitter digitali”. Dobbiamo essere presenti e consapevoli.
Non possiamo più ignorare il problema. La dipendenza digitale nei bambini non è un rischio futuro: è già una realtà. Se non poniamo dei limiti oggi, tra pochi anni ci troveremo di fronte a una crisi sociale in cui il gioco d’azzardo sarà una delle tante dipendenze digitali a minacciare i nostri figli.
Ogni genitore dovrebbe chiedersi: quanto tempo passa mio figlio davanti a uno schermo? È il momento di agire, con regole chiare e consapevolezza, per proteggere il loro futuro.
Risorse: